Milano, l’alternativa alle megalopoli

Manfredi Catella ci accompagna in una riflessione sulle potenzialità di Milano rispetto ad altre grandi città europee, evidenziando i vantaggi del modello nuovo e inclusivo di metropoli di cui il capoluogo lombardo è un esempio emergente.

16/11/2022

Manfredi Catella ci accompagna in una riflessione sulle potenzialità di Milano rispetto ad altre grandi città europee, evidenziando i vantaggi del modello nuovo e inclusivo di metropoli di cui il capoluogo lombardo è un esempio emergente.

“Oggi Milano si può permettere di alzare la propria visione e la propria ambizione, esprimendo un modello urbano di città sostenibile e alternativo a quello delle megalopoli”.

Manfredi Catella, Founder e CEO di COIMA, vede la congiuntura post-pandemia, segnata da nuove e importanti sfide, come una grande occasione per la città di Milano, che si trova oggi nelle condizioni ideali per riaffermare la propria identità al confronto di altre grandi città europee e mondiali.

Manfredi Catella, Founder & CEO, COIMA

Manfredi Catella, Founder & CEO, COIMA

“Ricordo cosa si diceva delle città prima della pandemia. Si diffondeva ancora un modello urbanistico – retaggio di un sistema capitalista di fare Real Estate originato negli anni ’80 – per il quale dovevano diventare il più grande possibile, in modo da densificare risorse e scambi. Ma la pandemia ha cambiato molto questo scenario, mostrando tutte le fragilità del modello megalopoli: ogni dimensione fisica, dopo una certa soglia, diventa inefficiente. E lo stesso vale per le città: più sono grandi meno sono connesse, inclusive e sicure”.

Il vantaggio di Milano, in questo contesto, è di non aver attraversato la fase di crescita sconfinata che hanno vissuto molte altre metropoli del continente: “mentre in Europa quasi tutte le città hanno già vissuto la fase di sviluppo, crescita e densificazione, Milano l’ha avuta parzialmente, nel senso che la quantità di trasformazioni avvenute in città negli ultimi vent’anni è marginale dimensionalmente rispetto alle potenzialità presenti. Milano è oggi una città di dimensioni minori rispetto alle grandi metropoli internazionali, e ciò rappresenta un aspetto molto importante in una fase in cui l’agenda delle priorità di questo modello sta cambiando e in cui digitalizzazione, inclusione e sostenibilità sono diventati temi chiave”.

Sono questi gli elementi su cui impostare un’agenda contemporanea di sviluppo urbano che, partendo dalle dinamiche chiave della contemporaneità, fornisca anche una risposta alle sfide che pone: “stiamo attraversando un periodo storico difficile che conosciamo tutti. Nel settore immobiliare l’aumento dell’inflazione, dei tassi d’interesse, del costo del debito, piuttosto che dei costi delle materie prime, hanno e avranno un impatto rilevante. Sicuramente abbiamo di fronte, volendo essere ottimisti, 18-24 mesi di rallentamento”. Ed è proprio in questa fase, sottolinea Manfredi Catella, che diventa importante che Milano “prenda atto responsabilmente di un contesto sostanzialmente diverso rispetto agli anni precedenti, favorendo ogni possibile mitigazione e incentivo per alimentare una rigenerazione virtuosa della città a beneficio di tutti. Milano è nelle condizioni per candidarsi come una valida alternativa ad altre città europee grazie al lavoro svolto negli ultimi 20 anni”.

Proprio in questo ventennio si sono susseguite diverse amministrazioni comunali che però hanno mostrato quella che Catella chiama “inedita continuità di visione e collaborazione”, che ha favorito l’attuazione di un progetto strategico di trasformazione della città che oggi presenta i suoi positivi risultati.

E poi c’è il contesto geografico. Rispetto ad altre città comparabili europee e mondiali, Milano ha un ‘fuori Milano’ anche abbastanza inclusivo: prendere un treno e andare a Como o in Liguria è semplice, anche senza avere particolari capacità di spesa. Un dettaglio che la maggior parte delle altre città europee non si può permettere e che delinea già quale sia la strada da seguire in futuro: salvaguardare questa unicità.

Manfredi Catella, Founder & CEO, COIMA

Spazi abitativi nel prossimo sviluppo dello
Scalo di Porta Romana

Catella lo sottolinea con chiarezza: “Milano va contenuta nelle sue dimensioni e non allargata. Certamente deve essere resa più densa e più efficiente, ma ciò può essere fatto attraverso il riutilizzo, in particolare dei beni pubblici presenti in città, connettendo i moltissimi metri quadri di edifici oggi frammentati e non utilizzati, ma dal potenziale enorme. La connessione non è un tema importante solo per la città, ma è un’ottima prospettiva anche a livello nazionale, attraverso le infrastrutture fisiche e digitali che possono consolidare Milano come centro nevralgico di una rete molto più ampia di città che possono mettere a sistema le rispettive risorse, rafforzandosi reciprocamente”.

Alla base di questa riflessione c’è un tema molto importante per COIMA: l’affordability delle abitazioni: “l’accessibilità della casa per tutti è una priorità da affrontare in una collaborazione pubblico-privata efficace, evitando contrapposizioni ideologiche centro-periferia che non rappresentano il tema da risolvere. Una città è un organismo unico con diverse parti e vocazioni che contribuiscono all’attrattività complessiva. Una politica bilanciata e visionaria porta a connettere tutti gli ingredienti di una città dinamica”.

Per sostenere questa ambizione e contribuire al rafforzamento di un modello cittadino nuovo a partire da Milano, COIMA ha in corso un esteso programma di investimenti e riqualificazione urbana: da Porta Nuova, primo quartiere al mondo in grado di ottenere le doppie certificazioni di sostenibilità LEED e WELL for Community,  allo Scalo di Porta Romana, dove è iniziata la costruzione del Villaggio Olimpico per le Olimpiadi 2026, fino all’area Valtellina parte dello scalo Farini  e ad altri  progetti che contribuiranno ad accompagnare Milano in questa sua nuova traiettoria.

La pandemia ha cambiato molto questo scenario, mostrando tutte le fragilità del modello megalopoli: ogni dimensione fisica, dopo una certa soglia, diventa inefficiente. E lo stesso vale per le città: più sono grandi meno sono connesse, inclusive e sicure

Milano è oggi una città di dimensioni minori rispetto alle grandi metropoli internazionali, e ciò rappresenta un aspetto molto importante in una fase in cui l’agenda delle priorità di questo modello sta cambiando e in cui digitalizzazione, inclusione e sostenibilità sono diventati temi chiave

La connessione è un’ottima prospettiva anche a livello nazionale: le infrastrutture fisiche e digitali possono consolidare Milano come centro nevralgico di una rete molto più ampia di città che possono mettere a sistema le rispettive risorse, rafforzandosi reciprocamente