La trasformazione di Porta Nuova e la “nuova vita” dei suoi abitanti

Tre cittadini milanesi offrono a COIMA il proprio punto di vista su come questo quartiere sia cambiato, insieme alla città, dagli anni Novanta ad oggi.

29/04/2020

Ricordo bene com’era la zona negli anni ’90. Quando sono arrivate le ruspe abbiamo dovuto avere un po’ di pazienza, ma devo dire che è bastato poco per poter iniziare a sognare racconta Laura D., residente in Corso di Porta Nuova da quando era bambina.

“Sognare” è un termine che non si associa facilmente al concetto di grandi trasformazioni edilizie che, solitamente, sono sempre accompagnate da una prima fase di assestamento, come quella che ha investito l’area nordoccidentale di Milano negli ultimi anni.
Ma l’espressione utilizzata da Laura non deve stupire: fantasia, capacità di pensare al di fuori degli schemi e centralità delle persone sono gli ingredienti alla base della nascita di una città che guarda al futuro, tenendo in considerazione principalmente i fruitori degli spazi che verranno creati, le attività che sorgeranno al suo interno e i servizi.

La riqualificazione di Porta Nuova ha consentito di trasformare l’antica ferrovia ridisegnando l’intera area con un mix di verde urbano, spazi di socialità e cultura ed edifici sostenibili. È per questo che abbiamo voluto valutare l’impatto della trasformazione attraverso il punto di vista originale di alcuni cittadini che hanno vissuto il progetto sin dal suo inizio, quindici anni fa.

Laura ha visto con i propri occhi tutte le sue trasformazioni, dalle difficoltà del dopoguerra alla “Coney Island milanese” delle Varesine, caratterizzata da varia umanità.

Le vecchie giostre Varesine

Le vecchie giostre Varesine

Ricordo benissimo le giostre, era una Milano di altri tempi anche se sono passati solo pochi anni: sembrava un’area a sé rispetto alla città: giostre, capannoni e gente di ogni tipo che veniva per un giro sulla ruota panoramica. Ma il cambiamento che ha inciso di più sulla vita di noi residenti in zona è stato quello che, in questi ultimi anni, ha investito la zona tra Gae Aulenti e il quartiere Isola. Penso ad esempio alla nuova Biblioteca degli Alberi, che da quando è nata ha portato un enorme valore in termini di vivibilità e benessere: tutti la vogliono visitare e passeggiarci, è una cosa davvero molto positiva. E non vedo l’ora che ricominci la programmazione all’aperto, che potrà darci di nuovo respiro dopo i mesi di quarantena.”

Un punto di vista condiviso da altri attori che vivono e lavorano nella zona di Porta Nuova. Come la famiglia Giuntoli, che gestisce da più di 50 anni la Pizzeria di Porta Garibaldi in Corso Como, di cui Claudia è orgogliosa erede.

Corso Como con la Pizzeria di Porta Garibaldi

Corso Como con la Pizzeria di Porta Garibaldi

Siamo passati attraverso la trascuratezza degli anni ’80 e il boom della movida con le discoteche e le palestre. Oggi in Corso Como si ritrovano tantissimi ragazzi che si concentrano fuori dai locali, e in piazza Gae Aulenti passeggiano moltissime persone, anche durante la settimana, girando tra negozi, bar, ristoranti e uffici.”
La trasformazione di Porta Nuova, seppur con la sua fase iniziale di transizione con cui hanno dovuto convivere alcune attività commerciali presenti nella zona già anni prima dell’inaugurazione dei nuovi palazzi e di piazza Gae Aulenti, ha infatti rappresentato un processo di grande cambiamento e una preziosa opportunità di rilancio.

“Dalla fine dei lavori in Gae Aulenti - continua Claudia – il turismo e la curiosità sono aumentati, e con essi anche la nostra attività. Le frequentazioni sono cambiate, meno habitué di quartiere e più turisti, molti dei quali stranieri, con cui il rapporto è per forza di cose diverso. Ma la nostra è un’impresa familiare storica che ha resistito con successo ai cambiamenti nel corso del tempo, e siamo davvero fieri di poter essere ancora qui a raccontare anche questo.”

La capacità di Porta Nuova di rivelarsi un nuovo polo attrattivo non solo per i turisti, ma anche per gli abitanti di altre zone della città, è testimoniata dal racconto che arriva dagli occhi e dal cuore di un affezionato cittadino milanese, Piero M.:

“Non vivo in zona, ma mi capita di passare spesso di qui quando vado a trovare mia figlia che invece risiede in Isola. È diventata una bellissima passeggiata, in una zona di Milano che non frequentavo dagli anni ’90. Questa nuova versione di Porta Nuova mi ha fatto tornare la voglia di visitarla: è quasi come fare quattro passi in una città diversa. E adesso che di Milano parlano in tutto il mondo, per certi versi la riqualificazione di quest’area ci ha reso una città molto più contemporanea e internazionale, al passo con le grandi metropoli d’Europa.

Come accade nella vita, ci sono molti aspetti da considerare nel momento in cui si rinnova un quartiere. “Devo dire, pur da sostenitore dell’opera, che con l’intervento di riqualificazione di Porta Nuova e delle aree limitrofe, i costi delle abitazioni sono chiaramente aumentati e un po’ dei residenti storici di quest’area hanno cambiato zona” continua Piero “però credo sia una diretta conseguenza del miglioramento dell’offerta. Dal canto nostro non possiamo lamentarci: mio genero ha una casa di proprietà ereditata in Isola, dove vivono lui e mia figlia e quindi sappiamo benissimo che il mercato immobiliare in questa zona ha subito una variazione dei prezzi notevole, e ne abbiamo anche beneficiato”.

Assicurare un accesso più sostenibile a un numero sempre maggiore di persone è uno dei principali temi che il mondo del Real estate sta affrontando assieme alle varie istituzioni cittadine, in particolare a Milano con i nuovi progetti di sviluppo negli ex scali ferroviari. COIMA, che ha nell’inclusione uno degli aspetti chiave della propria visione di sviluppo responsabile, se ne sta occupando nell’ambito del masterplan dell’area Valtellina all’interno dell’adiacente scalo Farini, che verrà presentato quest’anno.

Il quartiere Isola, citato da Piero, è stato tra quelli che hanno giovato maggiormente e positivamente dell’evoluzione di Porta Nuova, con il suo corollario di nuove attività e, nel tempo, anche nuovi residenti. Lo sottolinea anche Claudia:

“Isola è un altro tassello importante di questo racconto. Già solo il nome racconta la sua natura storica di quartiere isolato dalla ferrovia e poco connesso con le aree che lo circondano. È passato dall’essere un quartiere malfamato e malfrequentato a rappresentare una delle zone più innovative della città, con locali molto particolari, negozi ricercati e visitatori eterogenei, reclamando un po’ lo scettro di zona bohémien e una delle più cariche di atmosfera di Milano. Un po’ com’era Corso Como una volta.”

Un effetto strettamente legato agli obiettivi che si poneva la rivoluzione edilizia di Porta Nuova: restituire le aree interessate alla trasformazione, e le zone circostanti, ai cittadini e al tessuto produttivo, offrendo nuove possibilità di crescita, culturale ed economica, e nuovi spazi pensati per essere fruibili dalle persone. Come sottolinea Laura. “Abbiamo capito come questo progetto non fosse finalizzato a costruire grattacieli buttati senza senso su un pezzo di città ma puntasse ad avere un forte impatto soprattutto sul tessuto urbano, e come questo potesse cambiare la vita sociale del quartiere.

Giocolieri invadono i vialetti di BAM

Giocolieri invadono i vialetti di BAM

Con un vantaggio non sempre sottolineato che analizza Piero, parlando di una rinnovata “estetica urbana” della città, capace di valorizzarne la storia e, allo stesso tempo, coltivare innovazione “Della ‘nuova Milano’ mi piace l’alternanza tra palazzi moderni e spazi verdi, i grattacieli sullo sfondo e la Biblioteca degli Alberi di fronte, al centro. È così diversa dalla zona in cui risiedo io, nei pressi di Piazzale Susa, perché si vede che non è progettata unicamente come quartiere residenziale ma unisce lavoro, tempo libero e cultura.

Il fatto di potersi incontrare con altre persone in spazi dedicati, all’aperto, è simbolo di quell’italianità che da sempre ci contraddistingue come Paese e che spero di poter continuare a vedere ancora, grazie a nuovi luoghi verdi di aggregazione qui, nella mia Milano.”

Adesso che di Milano parlano in tutto il mondo, per certi versi la riqualificazione di quest’area ci ha reso una città molto più contemporanea e internazionale, al passo con le grandi metropoli d’Europa

Gli obiettivi della rivoluzione edilizia di Porta Nuova: restituire le aree interessate alla trasformazione, e le zone circostanti, ai cittadini e al tessuto produttivo, offrendo nuove possibilità di crescita, culturale ed economica, e nuovi spazi pensati per essere fruibili dalle persone

Il fatto di potersi incontrare con altre persone in spazi dedicati, all’aperto, è simbolo di quell’italianità che da sempre ci contraddistingue come Paese