Il Real Estate guarda al futuro

Il settore immobiliare può diventare vettore di trasformazione, come discusso alla COP26 di Glasgow. L’importanza del settore nella lotta al climate change è stata enfatizzata durante l’evento Italy Goes Green, organizzato dai giovani per i giovani. 

09/11/2021

COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha coinvolto in modo diretto il mondo del Real Estate. L’Italia e Milano si sono avvicinate a questo evento con una serie di incontri e dibattiti pubblici sul tema della sostenibilità. Tra questi Italy Goes Green, l’evento lanciato da Officine Italia, Vodafone Italia e Politecnico di Milano e sostenuto da BAM - Biblioteca degli Alberi Milano per prendere parte all’iniziativa del Ministero per la Transizione Ecologica All4Climate Italy 2021. Il fine dell’evento è stato formulare 10 domande trasformative per stimolare le riflessioni e le discussioni di politici e decision-maker riuniti a Glasgow per la COP26, indirizzandole verso soluzioni concrete e realizzabili.

Diletta Di Marco, Project Lead di Italy Goes Green per Officine Italia, sottolinea l’urgenza di questo dibattito: “Italy Goes Green è un progetto che nasce dai giovani per i giovani e prende spunto da un motivo pratico: le previsioni sul futuro del pianeta non sono positive ma, nonostante questa situazione allarmante, non sono ancora stati fatti sforzi sufficienti a cambiare questa traiettoria. La nostra generazione ha il potenziale di portare un cambiamento e la responsabilità nel combinare istanze nuove e modelli preesistenti, ove necessario contribuendo a renderli più lungimiranti. Ma siamo consapevoli di non poter fare tutto da soli, ed è per questo che il modello di Italy Goes Green ha fin dal principio posto al centro la collaborazione, con nuove idee, approcci ed energie che vengono a ibridarsi con competenze ed esperienza maturate negli anni”.

Diletta De Marco, Italy Goes Green Project Lead

Diletta Di Marco, Italy Goes Green Project Lead

Il sostegno di COIMA e la Fondazione Riccardo Catella a questo impegno è venuto quasi naturalmente, se si considera che la sostenibilità è al contempo un valore e un obiettivo alla base del loro operare: “Se consideriamo che le emissioni di CO2 del settore immobiliare contano quasi il 40% delle emissioni totali” sottolinea Kelly Russell Catella, Head of Sustainability and Communications di COIMA e Managing Director della Fondazione, che ha preso parte all’evento come facilitatrice del tavolo di lavoro dedicato a smart cities e vita urbana, “intervenire sul patrimonio edilizio è una necessità".

Come Officine”, continua Diletta Di Marco, “abbiamo davanti una serie di ‘grandi sfide’ su cui pensiamo di dover e poter dare un contributo: il cambiamento climatico è una di queste, ma è allo stesso tempo la sfida complessa per eccellenza. Siamo di fronte a un problema talmente vasto, multiforme e dinamico che un solo approccio, una sola risposta non basta. Nel cercare di proiettare su noi stessi questa complessità abbiamo realizzato quanto poco ci si interroghi sul nostro approccio al problema, a volte semplificando troppo, a volte rendendolo teorico e distante. Tra i dibattiti affrontati quello dedicato a ‘Smart cities e vita nelle aree urbane’ ha toccato molto da vicino i temi di attività di COIMA e ci ha lasciato molte speranze riguardo alla diffusa sensibilità verso i temi sociali e il loro legame con la progettazione urbana e la creazione di comunità”.

“Come COIMA condividiamo pienamente questo approccio” riprende Kelly Russell Catella: “il parco BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, gestito tramite una partnership pubblico privata tra COIMA, Fondazione Riccardo Catella e il Comune di Milano, è la più evidente dimostrazione di questo impegno per la creazione di un modello di spazio strategico progettato per migliorare la vivibilità delle persone in città. Come dimostrano gli studi, infatti, le aree verdi non sono utili solo per migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento nelle aree urbane, ma anche per aumentare il benessere fisico e cognitivo delle persone che le abitano”.

Durante Italy Goes Green i ragazzi partecipanti, aiutati dai leader green che hanno facilitato la discussione, hanno avanzato dieci ‘domande trasformative’, che sono state proposte alle istituzioni e alle aziende presenti. “Non crediamo che queste domande possano avere una singola risposta, data la complessità del tema, ma siamo molto soddisfatti della loro potenza ispirazionale, che deve ora essere messa a terra attraverso un’attività concreta: stiamo già portando avanti confronti con i vari partner dell'evento per “disseminare” queste domande nelle loro comunità e attivare a loro volta riflessioni di questo tipo. Una comunità che vuole avere un impatto, sia questa aziendale, territoriale o altro, deve scegliere di mettersi in gioco e cambiare il proprio modo di pensare. La sfida ora sarà supportare questo cambio di paradigma con risposte pratiche, nella messa a terra di progetti innovativi e nella misurazione quantitativa dei risultati”.

Kelly Russell Catella e i ragazzi dopo aver formulato la domanda trasformativa su Smart Cities e Vita Urbana

Kelly Russell Catella e i ragazzi dopo aver formulato la
domanda trasformativa su Smart Cities e Vita Urbana

Il Real Estate è tra i principali settori a cui queste domande sono rivolte, e dunque non stupisce il ruolo centrale che l’immobiliare ha acquisito anche durante la COP26, soprattutto nell’ottica della rigenerazione urbana e trasformazine ecologica. Un argomento che, nel nostro Paese, coinvolge in prima persona le Istituzioni e la pubblica amministrazione. Come sottolinea Kelly Russell Catella, infatti, “solo nel nostro Paese, il pubblico detiene il portafoglio più grande di edifici obsoleti del mercato, e proprio gli immobili delle PA potrebbero rappresentare il volano di una grande operazione di rigenerazione urbana e trasformazine ecologica. Tale collaborazione può realizzarsi tramite innovazione tecnologica e circolarità del materiale”.

Un altro tema molto importante è quello della misurazione dell’impatto delle attività del Real Estate sull’ambiente: “un aspetto fondamentale per la nostra industria e su cui COIMA sta lavorando è quello di calcolare e considerare le emissioni di CO2 e il consumo di risorse naturali nella catena dei nostri fornitori (supply chain). Solo a quel punto riusciremmo veramente a misurare il nostro vero impatto e andare oltre la sola misurazione delle emissioni dirette. COIMA, oltre a continuare il proprio percorso nella realizzazione di edifici sempre più all’avanguardia dal punto di vista ambientale, ha avviato la definizione di un piano di decarbonizzazione per il proprio intero portfolio”.

In attesa che gli incontri di Glasgow diano i propri frutti, COIMA è pronta a sostenere nuove proposte innovative come quelle avanzate da Italy Goes Green e la creazione di un progetto “di sistema” per il rinnovamento delle città italiane.

Le previsioni sul futuro del pianeta non sono positive ma non sono ancora stati fatti sforzi sufficienti a cambiare questa traiettoria. La nostra generazione ha il potenziale di portare un cambiamento e la responsabilità nel combinare istanze nuove e modelli preesistenti, ove necessario contribuendo a renderli più lungimiranti

Le aree verdi non sono utili solo per migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento nelle aree urbane, ma anche per aumentare il benessere fisico e cognitivo delle persone che le abitano. Una comunità che vuole avere un impatto deve scegliere di mettersi in gioco e cambiare il proprio modo di pensare. La sfida ora sarà supportare questo cambio di paradigma con risposte pratiche, nella messa a terra di progetti innovativi e nella misurazione quantitativa dei risultati

Solo nel nostro Paese, il pubblico detiene il portafoglio più grande di edifici obsoleti del mercato, e proprio gli immobili delle PA potrebbero rappresentare il volano di una grande operazione di rigenerazione urbana. Tale collaborazione può realizzarsi tramite innovazione tecnologica e circolarità del materiale