Human cities: dalle città verticali alle città sostenibili

Ragioni sociali e ambientali stanno dando un forte impulso a sviluppi immobiliari più sostenibili, cambiando il senso degli spazi condivisi e puntando a una nuova responsabilità urbana.

20/02/2020

Urban stories human cities card

Ragioni sociali e ambientali stanno dando un forte impulso a sviluppi immobiliari più sostenibili, cambiando il senso degli spazi condivisi e puntando a una nuova responsabilità urbana.

“Il cambiamento climatico pone una minaccia esistenziale a New York City e rendere i palazzi più sostenibili ed efficienti è un elemento chiave per la soluzione del problema”. Con queste parole il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha annunciato una delle decisioni di maggior portata della sua amministrazione: la fine della costruzione di quegli imponenti edifici che sono stati l’icona riconosciuta della “Grande Mela.”

La nuova legislazione varata dal Consiglio Comunale di New York City consente infatti di bloccare progetti che non siano conformi ai parametri previsti per la tutela dell’ambiente e per la riduzione delle emissioni.
Più che di una fine, si tratta però di un nuovo inizio. Lo slancio verso l’alto dei progetti immobiliari è destinato a continuare ma in un’ottica di responsabilità sempre maggiore verso l’ambiente e il benessere delle persone. Una transizione che ha avuto inizio dal 2008, anno che ha costituito una cesura tra l’orientamento al profitto e l’autoaffermazione – anche tramite la corsa a costruire “più in alto” – e una visione attenta alla sostenibilità che si è andata sempre più affermando.

“La crisi ha insegnato che la crescita può esistere solo se sostenibile”, sottolinea il Fondatore e CEO di COIMA Manfredi Catella, “e che i progetti devono essere pensati a lungo termine, con attenzione alle comunità e alle generazioni future.”

Se da un lato diminuisce la tendenza architettonica di dover dimostrare una certa “supremazia” attraverso edifici sviluppati verso l’alto, dall’altro si fa sempre più sentire l’esigenza delle persone che vivono e lavorano nelle città di riconquistare lo spazio pubblico usufruendo di nuovi luoghi di aggregazione sociale.

Ci sono anche ragioni culturali e sociali, non solo ambientali, a dare un forte impulso a un immobiliare più sostenibile. Sono infatti mutate le abitudini delle persone e il loro modo di vivere gli spazi ricreativi e professionali e si è andata affermando una preferenza verso luoghi nei quali la condivisione crea un beneficio. Ecco quindi che l’impostazione immobiliare verticale e gerarchica di molte città lascia oggi maggiore spazio ad un nuovo modo di concepire gli ambienti: iniziano a prendere forma le cosiddette “Human cities”, nelle quali sono proprio gli aspetti sociali i primi ad essere valorizzati.

Urban stories High Line New York

Ne sono esempio l’High Line di New York – un parco pedonale sopraelevato, realizzato dalla riqualifica della ferrovia West Side Line oramai in disuso da anni, che si snoda linearmente e prevede una passeggiata “verde” e rilassata fuori dal caos cittadino a 25 metri di altezza, permettendo di godere di un punto di vista privilegiato e quasi “zen” del West Side di Manhattan – The Tide, il nuovissimo parco sospeso di Londra, o la promenade milanese in Porta Nuova, grande progetto di riqualificazione urbana e architettonica che collega con un lungo percorso pedonale i tre quartieri di Varesine, Garibaldi e Isola, dove un tempo correvano i binari del treno.

Il centro nevralgico di questo “triangolo urbano” - che valorizza gli spazi aperti facendoli diventare luoghi da vivere - è Piazza Gae Aulenti, definita una delle piazze più belle del mondo anche in termini di innovazione e sostenibilità ambientale. Ciò che la rende davvero unica è la sua capacità di aggregazione sociale: qui le persone provano il piacere di fermarsi, rendendo questa area un luogo di ritrovo e divertimento.

Urban Stories Human cities centro nevralgico

La recente apertura di BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, il “giardino di Porta Nuova”, rappresenta il coronamento di questo progetto: un polmone verde di 90.000mq senza recinzioni, dalla vegetazione variegata, che diventerà luogo promotore di un’attività culturale viva e inclusiva. Un nuovo passo verso la riscoperta del valore del “non costruito” e del piacere di stare all’aria aperta, di incontrarsi, socializzare, sentirsi liberi di vivere l’ambiente cittadino e di contribuire al suo sviluppo e miglioramento.

“La riconnessione delle aree verdi e pedonali è uno dei temi principali della visione dell’area di Porta Nuova. BAM consolida un’area pedonale di oltre 160,000 mq che supera i limiti del parco, integrando i quartieri circostanti e diventando paradigma di una progettazione urbana generativa di spazi che siano punti di inclusione, di incontro, di scambio, di aggregazione; luoghi fisici che nell’era digitale stanno prendendo sempre più importanza negli sviluppi responsabili progettati pensando ai bisogni delle persone"

Rigenerazioni urbane che realizzano una nuova concezione architettonica che si va “umanizzando” e affermando a livello globale, fondata sul rispetto per l’ambiente e per una livable life, con il fine di valorizzare al meglio la vita delle persone e i loro bisogni.

Una città non si misura dalla sua lunghezza e larghezza, ma dall’ampiezza della sua visione e dall’altezza dei suoi sogni.
Herb Caen

Lo slancio verso l’alto dei progetti immobiliari è destinato a continuare ma in un’ottica di responsabilità sempre maggiore verso l’ambiente e il benessere delle persone

Sono mutate le abitudini delle persone e il loro modo di vivere gli spazi, si è andata affermando una preferenza verso luoghi nei quali la condivisione crea un beneficio

La riconnessione delle aree verdi e pedonali è uno dei temi principali della visione dell’area di Porta Nuova